Brano: [...]o dell'anteguerra e provocò un ulteriore inasprimento dei rapporti con le altre forze politiche.
La situazione degenerò nel marzo 1920: in occasione della consegna della bandiera alla locale sezione dell'Associazione Combattenti i nazionalisti (fra cui erano mescolati numerosi fascisti) organizzarono un corteo che, attraverso le vie del centro cittadino, doveva concludersi al Teatro della Lizza; ma quando la manifestazione giunse davanti alla Casa del Popolo iniziarono scontri verbali, poi tafferugli e infine una vera e propria rissa, nella quale comparvero coltelli e armi da fuoco. Il Caffè che si trovava al pianterreno dell’edificio fu preso d’assalto e devastato sotto gli occhi dei carabinieri; subito dopo, quando sembrava che la calma fosse stata ristabilita, un appuntato sparò un colpo di rivoltella contro il giovane socialista Enrico Lachi, ferendolo a morte.
il P.S.I. rispose proclamando lo sciopero generale e avanzando vibrate proteste, ma nessuno dei manifestanti responsabili degli incidenti, quantunque fossero stati indicati per nome[...]
[...]lare le squadracce capeggiate dal dottor Remigio Rugani e dal fattore Angelo Tiezzi (delle quali facevano parte, tra gli altri, Brunetto Rossi detto Travertino e Marco Capannelli detto La Vecchia) furono protagoniste di numerose aggressioni, intimidazioni e sanguinosi pestaggi.
Il 4.3.1921, alla notizia dei disordini avvenuti a Firenze e a Empoli, alcuni gruppi di fascisti imposero a Siena la chiusura di tutti i negozi e si diressero verso la Casa del Popolo con lo scopo evidente di assaltarla. Sulla via prospiciente l’edificio, le autorità di pubblica sicurezza avevano disposto numerosi militi armati addirittura di mitragliatrici e armi pesanti, ma non per protegge*
re la sede o evitare incidenti: Infatti, quando gli squadristi cominciarono a sparare, la forza pubblica diede loro man forte mettendo in funzione contro la Casa del Popolo due cannoni da 65 mm. I lavoratori che si erano schierati a difesa della loro sede dovettero arrendersi e assistere impotenti alla successiva devastazione dell’edificio compiuta dai fascisti. Da quel momento le spedizioni punitive si moltiplicarono, sia nel capoluogo che in provincia, provocando dimissioni in massa di consiglieri comunali, sindaci e rappresentanti sindacali. Grazie alla crescente protezione offerta dallo Stato e dagli agrari, il numero dei fascisti crebbe e, alle elezioni politiche del maggio 1921, a Siena essi ebbero un ruolo di primo piano nel nuovo blocco elettorale che vi[...]
[...] elettorale, la sinistra mantenne aH’incirca i voti guadagnati l’anno precedente, ma al punto in cui erano giunte le cose ciò che contava di più era ormai la capacità di resistere alla violenza fisica dei fascisti e, su questo terreno, ogni tentativo (dalia cosiddetta “pacificazione” allo sciopero legalitario) ebbe esito negativo. In particolare lo sciopero legalitario dell’agosto 1922 si risolse in un totale fallimento, con i fascisti che
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La Casa del Popolo di Siena in una pubblicazione socialista del 1922
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